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Il Sole-24ore, 14 luglio 2019
L’articolo introduce l’edizione delle lettere del copista valenziano Bartol de Cavalls / Bartol de Cavalli conservate nel carteggio dell’Archivio Datini (oggi all’Archivio di Stato di Prato). Esse sono interessanti non solo per i ragguagli che offrono sulla vita e sull’attività dell’estensore del codice di dedica del Valeri Màxim di Antonio Canals (1395), ma anche per il loro peculiare assetto linguistico, caratterizzato dall’interferenza tra catalano e italiano antico, quest’ultimo a sua volta analizzabile in due distinte componenti: l’una, toscana, determinata dalla provenienza degli interlocutori di Bartol, e l’altra, veneziana, spiegabile con i suoi intensi e documentabili rapporti con i mercanti veneziani nelle Baleari, a Barcellona e a Valenza.
Il Sole-24ore, 10 maggio 2020
Linguistic contact involving Venetian during the Middle Ages has been studied so far almost only in the context of Eastern Adriatic and Mediterranean routes of the Venetian commerce. However, there were also routes leading Venetian ships towards the Western Mediterranean, and it is possible to track some linguistic spurs of these routes in documents showing interesting phenomena of contact between Venetian, Sicilian, Provençal, and Catalan. Such documents are presented, (newly) edited and linguistically commented.
L’articolo presenta – e in parte pubblica, con commento linguistico, rinviando per l’edizione d’altri testi a successivi lavori – alcune lettere che documentano l’impiego di varietà italoromanze da parte di scriventi non italiani (segnatamente provenzali e catalani) tra la fine del secolo XIV e l’inizio del XV. Si tratta, al di fuori degli episodi di plurilinguismo letterario e di pochi altri esempi d’altra natura quali alcune traduzioni cancelleresche e pochi altri testi isolati, dei più antichi casi di scrittura in italiano da parte di scriventi stranieri, e di un esempio precoce di documentazione dell’apprendimento di varietà italoromanze attraverso canali verosimilmente non letterari, cioè per semplice contatto tra parlanti o scriventi in ambiente commerciale.
Il Sole-24ore, domenica 7 luglio 2019
All’interno della coperta anteriore di un registro che raccoglie atti notarili del governo municipale di Girona, redatti tra il 1370 e l’autunno del 1372, figurano otto hexasyllabes che corrispondono ai proverbi 166 e 166bis dei Verses proverbials del trovatore Cerverí de Girona. Si tratta, quindi, di un testimone inedito, ancorché molto ridotto, di questo componimento cerverino che da un lato offre una nuova traccia per lo studio della diffusione della letteratura gnomica in volgare nel Trecento e della ricezione dell’opera di Cerverí, dall’altro si rivela di non minore interesse poiché raccoglie alcune frasi in italiano, con piccole glosse interlineari di carattere linguistico. Pur trattandosi di esempio di cultura notarile, una serie di tratti allontanano però il testimone dalla maniera consueta in cui tale cultura è riflessa in questa tipologia di registri, sia per la cura della trascrizione, sia per l’impiego di lingue volgari, sia per la stretta associazione con il nome del notaio, che compare nella sottoscrizione con la forma «Ramon sa Brugera». Tale vincolo con il nome dello scrivano dei magistrati municipali di Girona ci ha portato a interrogarci sulla figura di Bruguera e, fin dove lo permettono le fonti, sulla sua formazione e sull’ambiente culturalei n cui si muoveva.
L’articolo contiene l’edizione delle lettere del copista valenziano Bartol de Cavalls / Bartol de Cavalli conservate nel carteggio dell’Archivio Datini (oggi all’Archivio di Stato di Prato). Esse sono interessanti non solo per i ragguagli che offrono sulla vita e sull’attività dell’estensore del codice di dedica del Valeri Màxim di Antonio Canals (1395), ma anche per il loro peculiare assetto linguistico, caratterizzato dall’interferenza tra catalano e italiano antico, quest’ultimo a sua volta analizzabile in due distinte componenti: l’una, toscana, determinata dalla provenienza degli interlocutori di Bartol, e l’altra, veneziana, spiegabile con i suoi intensi e documentabili rapporti con i mercanti veneziani nelle Baleari, a Barcellona e a Valenza.
Il commercio dei prodotti caseari nel Mediterraneo nei secoli XIII-XV
in Els catalans a la Mediterrània medieval. Noves fontes, recerques i perspectives, ed. L. Cifuentes i Comamala, R. Salicru I Lluch, M. M. Viladrich i Grau, pp. 263-282
I catalani nella Genova tardomedievale2015 •
La pastorizia mediterranea. Storia e diritto (secoli XI-XX), a cura di A. Mattone, P. F. Simbula, Roma, Carocci Editore, pp. 853-877 (Collana del Dipartimento di Storia dell’Università degli Studi di Sassari, Nuova serie fondata da M. Da Passano, A. Mastino, A. Mattone, G. Meloni, 41)
«Lana sardesca». Qualità e usi nella Toscana tardomedievale2011 •
Anuario de estudios medievales
A Firenze mercanti, cavalieri nella signoria dei re d'Aragona. I Tecchini-Taquí tra XIV e XV secolo2009 •
«Cara scientia mia, musica». Studi per Maria Caraci Vela, 2 voll., a cura di A. Romagnoli, D. Sabaino, R. Tibaldi e P. Zappalà, Pisa, ETS (Diverse voci… 14)
Per la datazione delle ballate landiniane «Amar sì gli alti» e «O fancilla giulìa»: ricerche su due rubriche d'occasione del ms. Chigiano L.IV.1312018 •
Pietro Maffi Arcivescovo di Pisa (1903-1931). Un tempo difficile, un grande pastore, una eredità culturale significativa, a cura di G- Rossetti, A. Carlini, P. Floriani, G- Zaccagnini, Pisa, Pisa University Press, pp. 133-159
Ti mostrerò simiglanti ragioni: un “libro-manuale” quattrocentesco per l’arte della mercatura, appartenuto ai Rosselmini di Pisa, conservato nella biblioteca Arcivescovile “Cardinale Pietro Maffi”2012 •
Plurilinguismo e migrazioni. Edited by C. Marras e M.E. Cadeddu
PLURIMI I, 2019: Linguaggi, ricerca, comunicazione. Focus cnr2019 •
2012 •